2019/ Flewid - Luca’s New World | Ph Albertine Simonet e Angelo Cricchi for FLEWID | Vol.02 | Courage Paradise

Il mondo nuovo di Luca

“La dottoressa mi faceva distruggere i giochi da femmina. Ma non ero triste, quando lo facevo. Ero felice. Una voce dentro mi diceva: fai così, perché accontenti tutti, così sono tutti felici, tutti mi vogliono bene. Rompevo, buttavo via ed era come dire a papà e mamma: guardate, ora potete essere fieri di me. Il giorno dopo piangevo, disperato”.

Nel 2023 la popolazione mondiale sfiorerà gli otto miliardi di persone, l’80 per cento avrà un’identità e una presenza digitale ​online​, il 10 per cento degli occhiali sarà connesso a internet, sarà diffusa la pratica delle modifiche del Dna per il trattamento di malattie gravi, il costo del fotovoltaico per watt sarà dimezzato, saranno visibili due eclissi solari e due lunari, la sonda ​Osiris Rex​ tornerà sulla Terra dall’asteroide ​101955 Bennu​, Buenos Aires celebrerà la creatività tra arte, moda, musica e innovazione nell’Expo sull’​Orange economy​ e Luca compirà diciott’anni.

Il rituale della distruzione dei giocattoli, proposto a Luca e ai suoi genitori, racconta bene da quali terapie fosse abitata, appena fino a dieci anni, la giungla in cui si avventuravano famiglie in cerca di aiuto. Ma poiché Luca è Luca e i suoi sono genitori fuori dall’ordinario, spezzare l’incantesimo che li imprigionava e liberare quel bambino che non aveva ancora quattro anni dal peso del senso di colpa e dalla paura dell’affetto negato, è stato tutt’uno. Così il corso degli eventi ha seguito un’altra strada: sperimentale, non facile, ma aliena dalla pianificazione psicoterapeutica della sofferenza per il rientro nei canoni. “Perchè sì certo, siamo tutti condizionati da tante cose, ma così ci nasci: voglio dire che una radice c’è, tu te la porti dentro e tanto o poco che sia, cresce…”. Dunque addio a quella psicologa (“Mi dicevano che era un’amica di mamma e papà”). Luca conserverà i suoi giochi, vestirà con colori e abiti da bambina dai quattro, cinque anni, andrà con la mamma dal parrucchiere a dieci, indosserà la gonna in prima media.

Ora che ha tredici anni e a maggio ne compirà quattrodici, Luca è una ragazzina come le altre. Parla di sé al maschile: “Lo faccio per abitudine, è indifferente. Ma quando mi chiamano al femminile è più piacevole, sì mi piace molto”. A scuola tutto bene (“Ho la media del 7 e mezzo”), arte e storia sono le preferite, zoppica in matematica e spagnolo. Dopo le medie farà Scienze Umane. Forse. “Fino a qualche ora fa volevo fare l’artistico. Ma non mi è mai piaciuto tanto l’ambiente. Mi dà una sensazione un po’ strana, non voglio giudicare, ma io non sono così. Magari mi sbaglio, ma mi sembrano poco seri, un po’ svampa…”. Educazione cattolica, “ho fatto la comunione a dieci anni, quest’anno ho il catechismo per la cresima, non sono molto praticante ma ci credo”. La musica del ​rapper Coez, il pop e il disegno (paesaggi, animali, ritratti, modelli di abiti) perché ​make up​ e fashion​ sono la sua passione. La nonna Bruna ha un ​atelier​ e Luca è in prima linea quando c’è da organizzare un ​defilè:​ “Si lavora dal mattino fino a mezzanotte. Ognuno deve seguire una modella, gli dai i vestiti, i gioielli, gli accessori. In generale faccio un po’ da coordinatore”. E poi “un po’ di pallavolo, ma lo sport di squadra è un impegno troppo stancante, porta via tanto tempo. Meglio la palestra”, le passeggiate al parco e lo ​shopping con le amiche, ma si esce anche con i maschi. I libri non sono cosa da lei. I social sì. Instagram,​ però: foto, video. “Perchè su ​Facebook​ ogni occasione è buona per attaccare quello che gli altri vogliono condividere, per farti sentire non apprezzato”. In arrivo un canale ​Youtube: “S​ arà su moda e ​make up​, penso”.

Se potesse abolire il tempo e trasportare tutti i suoi affetti in un’altra epoca “vorrei andare nel futuro, in un mondo migliore, con meno cattiveria, più felicità, più armonia, meno

stereotipi. I problemi ci saranno sempre, nessun mondo sarà mai perfetto. Mi piace la storia, ma nel passato non ci vorrei tornare perché a me piace il progresso”. Che cos’è uno stereotipo, Luca? “E’ una cosa che si dice da così tanto tempo che poi tutti lo credono vero. E’ sempre stato così, quindi il rosa piace alle femmine e il blu ai maschi, per esempio, e poi…”. E poi? “…E poi c’è un’altra cosa che non mi piace, anzi mi dà fastidio: è il fatto che tutti vogliano dare una certa definizione di una certa persona. Ci sono così tante definizioni che ti ci perdi, ogni giorno ne spuntano altre nuove, ma non corrisponderanno mai alle persone. Tra maschi e femmine c’è un mondo intero di sfumature e nessuna categorizzazione ha senso”.

Forse Luca nei prossimi mesi ricorrerà ai bloccanti per frenare lo sviluppo puberale, per guadagnare altro tempo prima di qualsiasi decisione terapeutica, prima di scegliere se nel suo futuro c’è la transizione. Oppure no. Deciderà, quando sarà il tempo, insieme alla sua famiglia, con il supporto psicoterapeutico del servizio sanitario pubblico.

E’ una ragazzina serena, oggi, Luca? Nella naturalità della sua esperienza individuale, realista e non necessariamente ottimista, lo è quanto i suoi coetanei. Questa sconfitta dell’angoscia e della solitudine, in un percorso reversibile, condiviso e in sicurezza, è la più grande liberazione per i naviganti di questi mari. Il resto, il ​bikini​ in spiaggia, è trofeo poco significativo per lei: naturale, ordinario, trascurabile. Siamo in un mondo nuovo, dove ogni particolare è indizio del superamento ​in progress​ della dogmatica dei generi così come l’abbiamo conosciuta finora, chiusa o aperta che sia, ma che sempre dogmatica e rigida tende ad essere.

Luca è il futuro che ancora non vediamo ma che già è e che sarà.

Luca riconoscerà, con gli anni, che la sorgente della sua libertà di scelta, del diritto al rispetto della purezza e dell’innocenza di genere di ogni bambina e bambino, è nata da aspre lotte e lunghi anni di scontro politico, culturale, scientifico. Noi, in Luca, riconosciamo quello stile e quei caratteri distintivi spiazzanti dei ​Centennials​, che dobbiamo conoscere, con cui interagire, da cui imparare. Una generazione, quella dei nati tra il 2000 e il 2020, più intelligente, più matura, più intraprendente e con un interesse a svolgere un’azione positiva sulla realtà del mondo circostante. Hanno vissuto gli effetti della crisi economica che ha travolto la “Generazione X” (1965-1979), sanno che non esiste impiego sicuro, sono cresciuti nell’accettazione del punti di vista LGBT e della parità dei generi, sono multiculturali – li chiamano anche ​Plurals ​- preferiscono il contatto interpersonale alla realtà virtuale che ossessiona le generazione precedente, sono persino, sorprendentemente, conservatori: sul fumo, sull’alcool, sul sesso, sulla moda.

Pretendere di spiegare e categorizzare tutto, ​à tout prix​, non è per loro​.​ Nuove etichette contro precedenti etichette? Grazie, no. Sono residui di un approccio incomprensibile per una ​Centennial​ come Luca, nata nel 2005. “Teorie che si perdono in quel crepuscolo dove le streghe e i progettisti cavalcano a gara sulle scope e sugli schiodoni”, per usare Kierkegaard in un ambito che farebbe drizzare i capelli in testa al teologo esistenzialista. Vivere consapevoli del valore della loro esperienza individuale, e per questo diversa una dall’altra, è per loro.

 

Fonte: Luca’s New World | Ph Albertine Simonet for FLEWID | Vol.02 | Courage Paradise

Autore: Francesco Losardo / Trad. da testo Orig.

Link: http://www.lostandfoundstudio.it/lucanewsworld/