2020/ Confidenze - Intervista

SEMPLICEMENTE LUCA


Mi preoccupai quando scoprii alcuni strani atteggiamenti di mio figlio. Aveva solo 3
anni . Ci siamo posti un’ infinità di domande. Tutte inutili. La sua felicità è la sola
cosa che conti.
Storia vera di Roberta di Luis e raccontata da Federico Toro
“Dai non truccare così tanto , cerca di non esagerare” E’ una frase che ripeto spesso
a mio figlio tredicenne ,soprattutto in quest’ ultimo periodo. Sì mio figlio, non mia
figlia. Luca aveva circa 3 anni quando manifestò dei comportamenti non
propriamente maschili . Potevano sembrare i giochi innocenti per un bambino della
sua età , eppure notavo nei suoi atteggiamenti qualcosa che andava ben oltre il
semplice gioco.
Spesso adorava mettersi le mie scarpe o creare con gli strofinacci da cucina gonne da
indossare, facendo affiorare così la sua piena soddisfazione. Luca si trova
perfettamente a suo agio nei panni di una donna . E non era solo la sua spiccata
creatività femminile ad attirare la mia attenzione e a farmi preoccupare , ma anche i
ruoli che sceglieva durante i giochi col fratello più grande. Come tutti i fratelli del
mondo giocavano a “fare la guerra” con spade laser, fucili e pistole .Luca però voleva
interpretare le grandi eroine dei cartoni animati: Wonder Woman ,batwoman o altre.
Insomma tanta voglia di giocare, ma nelle vesti di donna. E questo accadeva sempre,
non era un fatto sporadico come può capitare. Si sa, anche una bambina può giocare
con i soldatini, o rappresentare personaggi maschili. Invece in Luca si evinceva una
forte e persistente identificazione . Cosa stava accadendo? Da subito pensai che i suoi
comportamenti fossero imputabili alla separazione da mio marito avvenuta pochi
mesi dopo la sua nascita . Forse aveva subito un trauma? Risentiva della mancanza
del padre? Aveva bisogno di una figura maschile di riferimento a cui specchiarsi?
Eppure i rapporti col mio ex marito sono sempre stati pacifici . Luca vedeva il padre
molto spesso ed era circondato dall’ affetto e dalle premure della mia famiglia e
soprattutto dall’ amore del nonno. Cercammo in tutti i modi di capire e di trovare
soluzioni. Pregai il padre di Luca di portarmi le sue camicie , i suoi pantaloni e
accessori vari per farmi sentire per far sentire a mio figlio la sua presenza in modo
tangibile.
All’ età di 3 anni e mezzo poi l’ abbiamo portato da una psicologa specializzata proprio
in questi casi . E durante le sedute , mentre Luca giocava per consentire alla
dottoressa di rilevare più elementi possibili non ci facevamo mille domande. Dove
avevamo sbagliato? Cosa spingeva Luca a comportarsi in questo modo? Tutti interrogativi che forse potevamo risparmiarci. Confrontandomi con un gruppo di
famiglie unitesi per affrontare lo stesso problema, riscontrai che anche nei figli con
padri sempre presenti, si possono verificare atteggiamenti simili. Intanto quei lunghi
pomeriggi trascorsi con la psicologa non portarono a nulla : ci siamo solo massacrati
per due anni senza risultato. D’ altronde quali obiettivi volevamo ottenere ?
Luca è semplicemente se stesso. E ricordo le parole toccanti del mio ex marito “ Se
vuole essere così perché dobbiamo obbligarlo e costringerlo a vivere una vita che non
sente sua? Lasciamogli la libertà di esprimersi come vuole” E’ stato un grande atto di
coraggio il suo, non credo che altri padri avrebbero accettato di buon grado la stessa
situazione. Ha compreso subito la strada giusta da percorrere. E qualsiasi costrizione,
qualsiasi nostro tentativo di condurre la vita di Luca su dei binari prestabiliti in cerca
di una parvenza di “normalità” si sono dimostrati inutili e privi di logica .
Disastroso infatti fu l’espediente di portarlo a soli 5 anni a scuola di calcio. Già il
calcio, lo sport da maschio per antonomasia. Come posso dimenticare la sua tristezza
e la sua rabbia mentre si ritira in disparte ai bordi del campo non voleva entrare, detestava quel gioco con tutto se stesso . Così lo abbiamo lasciato libero. Felice di
esternare la sua vera natura.
Oggi Luca ha 13 anni e la sua vita è tranquilla. A scuola si è presentato come Luca,
un maschio, ma con alcuni accessori che l’hanno reso un po’ estroso: lo zaino delle
Winx, le scarpe rosa, una molletta nei capelli o un anellino. Ma lui vive con te o
spensierata naturalezza. Frequenta la seconda media e si relaziona con l’ intera
scolaresca. E’ stata accolto in classe e nel nostro ambiente senza alcun problema, mai un episodio di bullismo, mai offese, scherni o violenze. Abituati alle tragiche notizie che ascoltiamo ogni giorno, può sembrare strano è incredibile. Eppure i suoi
compagni di scuola e gli amici lo hanno accettato senza porsi inutile domande.
Forse qualche disguido lo abbiamo avuto con le istituzioni. Un anno decidemmo di
mandarlo al campo-scuola. Luca naturalmente espresse il desiderio di dormire in
camera con alcune amiche. Ebbene i genitori delle sue compagne non hanno fatto
alcuna obiezione ed hanno firmato l’ autorizzazione. Invece più complicata si è
rivelata la parte burocratica. Una marea di carte da firmare. Alla fine siamo riusciti
nell’ intento con grande gioia soddisfazione di mio figlio.
Luca a scuola è molto popolare. E’ ammirato dalle ragazze più grandi attratte dal suo
abbigliamento. Ama vestirsi alla moda, per questo è seguitissimo. Insomma fa un po’
tendenza. Alla sua festa di compleanno ha invitato tutti i compagni di classe e in un
secondo momento con le ragazze ha organizzato un pigiama party .
C’è una grande collaborazione da parte di tutti i genitori ,amici e parenti : Possiamo
solo essere felici, ma nello stesso tempo, il timore che qualcosa possa cambiare e
turbare la serenità di Luca ci travolge come un fiume in piena . Fra non molto ci sarà
il passaggio dalle medie alle superiori. La paura di non essere accettato è tanta.
Ci vuole poco per essere discriminati. Io mi auguro che tutto rimanga immutato è
che non trovi mai persone pronta infierire con cattiveria. Mio figlio si sente donna,
vive da donna e anche i gusti di una donna. Tutto qui. Per noi è la normalità .Noi
abbiamo vissuto così Luca da quando è nato, con la sua identità . E’ il nostro amore,
la nostra linfa e poco importa se è un lui o una lei . E’Luca. Punto .
D’altronde l’amore ha un sesso? No, sono sicura di no. Pertanto gli staremo
accanto e qualsiasi decisione vorrà prendere, troverà noi pronti ad appoggiarlo e
sostenerlo con infinito affetto.

CONFIDENZE 12 giugno 2018
Storia vera di Roberta De Luis raccontata da Federico Toro